L’Albero genealogico e il potere degli Antenati

Albero genealogico: che cos’è?

 

L’Albero genealogico è la radice della nostra vita. Noi nasciamo in un sistema familiare pieno di storie e di accadimenti, pieno di persone e di emozioni in parte manifeste, in parte no ma che sono comunque reali e presenti.

Queste storie del passato sono parte di noi, vivono in noi, si muovono nella nostra vita, nel nostro presente. Dunque l’Albero genealogico è costituito da tutti i nostri antenati, dai loro accadimenti e dal modo in cui li hanno affrontati. Si tratta di una molteplicità umana, parliamo certamente dei genitori, dei nonni e spesso le storie del passato che gravano su di noi hanno origini anche più antiche.

Un evento infatti mostra a lungo i suoi effetti, prima che la sua energia si disperda.

Ma L’Albero genealogico è solo un insieme di persone?

 

No, l’Albero genealogico è molto di più. E’ un’entità vivente, un Sé superiore di gruppo che vive oltre ogni appartenente, che contiene in sé tutte le memorie e dialoga con i vivi affinché possano risolvere le storie del passato ancora attive. Si tratta di una grande entità che è lì per noi, per aiutarci ad incamminarci nella vita con potere, liberi dal passato.

In questa accezione, l’Albero è un alleato potente, che possiamo contattare e a cui possiamo chiedere informazioni e intuizioni sul modo migliore per iniziare a scrivere la nostra storia, libera dalle storie altrui.

In che modo l’Albero può aiutarci facendosi radice per noi?

 

 Come abbiamo visto l’Albero contiene in sé milioni di informazioni e memorie e desidera profondamente evolvere, trasformare credenze antiche e permettere ai nati dopo di andare incontro a un futuro nuovo.

Eppure ci rende consapevoli di quanto, per muoverci nel presente e allungare lo sguardo verso il futuro, sia anche necessario rivolgersi al passato: verso quelle storie che non sono ancora chiuse.

Ogni sistema familiare, come abbiamo detto, ha vissuto eventi buoni ed eventi meno buoni e tutte queste esperienze e il modo in cui sono state affrontate, gli apprendimenti che hanno reso possibili e, al contrario, i blocchi che hanno generato costituiscono un bagaglio con il quale iniziamo il cammino della vita.

Albero genealogico e gli eventi traumatici

 

Tutte le famiglie custodiscono memorie drammatiche. Memorie di perdite, di guerre, di privazioni. Memorie di lutti, di migrazioni, di abbandoni.

Veniamo da secoli in cui l’umanità è stata messa alla prova ed ha dovuto affrontare situazioni molto difficili, a volte estreme.

Le mie nonne, entrambe, raccontavano dei bombardamenti su Milano. Mia nonna era solo una ragazzina di 13 anni quando si attardò a raggiungere il rifugio e vide le bombe cadere a pochi metri da lei e le mitragliatrici freddare un uomo che stava scappando. L’altra nonna, un po’ più grande, correva nei rifugi per prima perché aveva mia zia piccola di appena due anni. E nel mentre stava rintanata al buio, insieme a mille altre persone, si domandava se al termine del bombardamento avrebbe ritrovato la sua casa intatta, il suo negozio salvo.

La casa sopravvisse, il negozio no. Fu colpito in pieno da una bomba. Nel mentre, mio nonno materno era internato in Polonia in un campo di prigionia da cui vedeva arrivare i carri pieni di prigionieri, fra cui bambini che venivano strappati dalle braccia delle madri.

Queste storie terribili spesso non chiudono la loro energia, che continua a vivere in noi. Chiudere cicli così drammatici e dolorosi non è semplice, la portata emotiva che li accompagna è tale che continuano a dilagare nella vita di chi li ha vissuti e anche in quella dei nati dopo.

Accade infatti che intorno a questi fatti drammatici si costruiscano convinzioni che poi permangono: le credenze depotenzianti.

Che cosa sono le credenze depotenzianti?

 

Le credenze depotenzianti sono tutte quelle idee sulla vita che scaturiscono dall’aver vissuto una certa esperienza. Le situazioni di guerra che hanno attraversato la storia della mia famiglia hanno originato un particolare modo di percepire la vita: la vita è pericolosa, tutto è precario, bisogna cercare di mettersi in salvo, la vita è appesa ad un filo.

Credenze che non si sgretolano al ritorno alla normalità, ma che rimangono attive e si trasmettono di generazione in generazione.

E così tutti i nati dopo, che crescono e vivono in condizioni di tranquillità e sicurezza, mantengono viva la credenza che la vita possa essere pericolosa e precaria, generando paure e ansie a volte incontrollabili e “tremando” dinanzi ad ogni “bombardamento”, ovvero ad ogni evento che possa evocare una situazione di pericolo.

Queste credenze sono parte del ciclo non chiuso della guerra, la richiamano nel presente e ci zavorrano.

Ma le credenze dell’Albero genealogico sono solo depotenzianti?

 

Assolutamente no. Sicuramente le credenze depotenzianti sono quelle su cui si punta maggiormente attenzione. Tuttavia, l’ Albero genealogico ci porta in eredità anche altro, il potenziante.

Pensiamo al modo in cui sono state affrontate certe situazioni. Se è vero che da una parte hanno generato credenze depotenzianti sulla vita, allo stesso tempo possono aver generato anche la sensazione di essere forti, di poter affrontare ogni sfida, di potercela fare.

E così accanto a credenze quali “la vita è faticosa e precaria” può anche generarsi la credenza potenziante “noi sopravviviamo a tutto, siamo resilienti”

 

Anche queste credenze potenzianti ci vengono offerte in eredità e possono creare in noi una solida base attraverso la quale affrontare la vita.

L’Albero genealogico e il nostro libero arbitrio

 

Ma quindi cosa ne facciamo di tutto questo bagaglio che ci giunge dal passato? Di tutte queste eredità?

Siamo in balia delle nostre eredità?

No, noi siamo liberi di scegliere che cosa portare con noi e che cosa lasciar andare. Siamo liberi di rivisitare il passato dell’Albero genealogico e decidere quali consapevolezze portare con noi e quali credenze depotenzianti lasciar andare. Siamo liberi di ringraziare il passato ma di chiedergli di riposare, affinché noi ci si possa voltare verso il presente e verso un radioso futuro.

Il libero arbitrio è l’esercizio della nostra libertà ed è un atto di profonda consapevolezza. Eppure per esercitarlo dobbiamo conoscere il nostro passato, dobbiamo diventare consapevoli dei cicli conclusi e delle eredità.

E scegliere con potere e amore che tipo di vita condurre.

Lo possiamo fare, è in nostro potere e renderci liberi è anche parte dello scopo della nostra incarnazione.

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