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Coaching Spirituale
Che cos’è il rituale così come noi lo conosciamo?
Il rituale è sempre stato utilizzato e accompagna l’uomo da sempre. La dimensione del sacro infatti è sempre stata percepita come essenziale per il buon andamento della vita umana e si è sempre utilizzato lo strumento ritualistico come mezzo per rendere omaggio alla vita, ai suoi passaggi e cambiamenti e permettere all’uomo di prosperare.
Il rituale era essenziale per attraversare i vari passaggi dell’esistenza, per affrontare le stagioni e il loro andamento, per celebrare l’esistenza stessa.
Se pensiamo ai rituali della nostra attuale società non possiamo che menzionare il Rito del matrimonio che sancisce l’unione della coppia e l’inizio di una nuova vita insieme. Oppure le più semplici, ma per alcune culture quasi altrettanto importanti, cerimonie di laurea che sanciscono la fine della prima giovinezza e l’inizio della vita adulta.
Ma quanto è utilizzato oggi il Rituale nella nostra società?
Oggi il rituale è scarsamente utilizzato. Infatti negli ultimi secoli e ancora più negli ultimi decenni, la nostra società ha snellito incredibilmente la ritualistica della vita. La società infatti è andata “razionalizzandosi” sempre di più e si è persa la dimensione del sacro in favore di scelte pratiche e concrete.
Oggi molte persone considerano il rituale come una sorta di superstizione di cui si può tranquillamente fare a meno. Spesso si utilizzano ancora alcuni rituali ma spesso più per consuetudine sociale che non per reale convincimento della loro importanza. Basti pensare al battesimo o al matrimonio che spesso sono celebrati solo “per far contenti i nonni”.
Eppure questa perdita della dimensione del sacro e, di conseguenza, della ritualistica rappresenta un terribile impoverimento sociale, che svuota di significato momenti essenziali dell’esistenza.
Ma perché la dimensione sacra è connessa al rituale?
Facciamo chiarezza su questo punto.
La vita è un susseguirsi di fasi e di momenti di cambiamento che hanno come fine quello di guidare la persona in un cammino di evoluzione spirituale. I Cambiamenti infatti racchiudono sempre un Senso spirituale, ovvero un profondo significato connesso alla possibilità di compiere uno step evolutivo.
In altre parole, ogni volta che affrontiamo un cambiamento abbiamo l’opportunità di aprirci a nuove consapevolezze spirituali, essenziali per l’evoluzione dell’Anima.
In tal senso il rituale è uno strumento fondamentale in quanto sottolinea e veicola quel cambiamento spirituale che sta avvenendo e grazie al quale avremo la possibilità di crescere spiritualmente. Si tratta dunque di uno strumento di connessione con l’Anima e con i suoi movimenti di valore inestimabile.
Ne consegue che rinunciarvi significa svuotare l’esistenza di quel Senso spirituale che la anima e rendere i cambiamenti della vita spesso inefficaci o depotenziati rispetto al loro potenziale di crescita.
Facciamo un esempio
Immaginiamo che una persona debba affrontare una separazione, un cammino doloroso ma potenzialmente ricco di nuove opportunità. Certamente oggi esiste la possibilità di compiere un percorso interiore psicologico o psicoterapeutico che aiuti la persona a comprendere e rielaborare il cambiamento che sta vivendo e i suoi significati, tuttavia esiste anche una dimensione spirituale, un cambiamento dell’Anima che va al di là della nostra comprensione mentale e che deve essere reso sacro, ovvero onorato e riconosciuto.
In altre parole, una parte di noi necessità di riconoscere il cambiamento attraverso una gestualità che sia nuova, che sancisca il cambiamento, secondo il linguaggio dell’Anima e che sappia anche riconoscere e accogliere il Senso profondo dell’esperienza.
Dunque, dopo aver rielaborato l’esperienza anche attraverso una visione spirituale, potrebbe essere importante costruire un rituale di separazione, che permetta alla persona di ringraziare per ciò che ha vissuto, assumersi la sua parte di responsabilità e permettere all’altro di sostenere la sua, benedire questo passaggio e lasciar andare al fine di aprirsi all’inizio di un nuovo ciclo di vita.
Si potrebbe pertanto scegliere di lasciar andare un oggetto che rappresenti la relazione, oppure bruciare una lettera di ringraziamento al partner, lasciar andare la cenere nella terra e incamminarsi in una nuova direzione, senza più voltarsi.
Il rituale potrebbe concludersi con l’acquisto di un abito nuovo, che rappresenti la nostra nuova e splendente identità nascente.
Come possiamo notare un rituale è un racconto semplice ma diretto, accompagnato da una gestualità semplice quanto sacra, che racconti all’Anima che siamo pronti ad accogliere la nuova Consapevolezza della vita e di noi stessi.
Ma come si costruisce un rituale?
Un rituale si costruisce per prima cosa ascoltando il racconto che desideriamo affermare.
Nel caso della separazione che cosa rappresenta questo momento per noi? Che tipo di movimento dell’Anima stiamo affrontando? Quali sono le Consapevolezze che stanno emergendo? Che tipo di persona sta nascendo in noi in seguito a questa esperienza?
Come desideriamo comunicare all’Anima che stiamo accogliendo la nostra nuova identità?
Ma il rituale serve soltanto ad affrontare i grandi passaggi della vita? Esiste un utilizzo quotidiano del rituale?
Il rituale non necessariamente deve accompagnare soltanto i grandi passaggi della vita, ma può aiutarci anche nella vita quotidiana al fine di aprirci ad un maggior benessere spirituale e interiore.
Ogni gesto ripetuto quotidianamente e carico di un’Intenzione può essere considerato rituale.
Facciamo un esempio semplice.
Immaginiamo una persona che faccia fatica a staccare la spina dal lavoro e, anche dopo l’orario di lavoro, tenda a continuare a rimuginare sulle questioni e i problemi inerenti al lavoro. Per riuscire a suddividere le ore della giornata in tempo dedicato al lavoro e in tempo dedicato alla vita in famiglia e al relax questa persona potrebbe scegliere di adottare una gestualità rituale, quale arrivare a casa ogni sera e prepararsi un bagno con cura. Scegliere una particolare essenza profumata, una musica piacevole, una candela e immergersi in acqua per un tempo determinato, immaginando che l’acqua “lavi via” i pensieri inerenti al lavoro. Questo rituale potrebbe essere costruito utilizzando anche una frase affermativa come ad esempio “Da questo momento e fino a domani inizia il tempo del relax. Lascio andare ciò che appartiene al tempo del lavoro”
La ripetitività di questo gesto potrebbe creare un nuovo racconto, tale per cui la persona comprenda l’importanza di rilassarsi e l’assecondi.
Questa esigenza infatti non è solo salutare, ma rispetta anche un bisogno dell’Anima di raccoglimento e ritrovamento di sé, dopo una giornata trascorsa proiettati verso l’esterno.
Dunque, il rituale è un linguaggio dell’Anima che possiamo reintrodurre nella nostra vita e che può aiutarci nel dialogo con l’Anima e nel nostro quotidiano.
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